
Conosciuta come una delle più grandi barriere che l’uomo abbia mai eretto, il Vallo di Adriano non fu solamente una linea di demarcazione fra i Romani e i “non-Romani”, ovvero i Barbari, ma anche il punto d’incontro fra due civiltà completamente opposte.

La Struttura
Il vallo fu un fitto e organizzato sistema di fortificazioni che si dispiegava per circa 118 km sul confine fra l’allora Britannia (Inghilterra) e Caledonia (Scozia). Il vallo era largo dai 2 ai 3 metri per un’altezza massima di 5. Presentava in tutto 14 forti principali e oltre 80 fortini ausiliari.
Inoltre delle porte, adeguatamente protette anch’esse da fortini, permettevano l’attraversamento del confine circa ogni 2 km. Vi erano inoltre diverse strutture adiacenti come, ad esempio, 1 torretta d’avvistamento ogni 2 fortini, caserme, granai, magazzini e villaggi per le famiglie dei soldati.
A differenza però di quanto si può pensare, il “vallo” è solamente una parte dell’intera struttura difensiva. L’intero complesso infatti era formato, dall’esterno verso l’interno da:
• Un profondo fossato armato di speroni appuntiti
• Un muro di pietra
• Una strada per permettere il facile e veloce spostamento delle truppe
• Il vallum vero e proprio, ovvero un profondo fossato costeggiato da due terrapieni

Il punto d’incontro
Eretto a partire dal 122 d.C. per volere dell’Imperatore Adriano, serviva, come detto in precedenza, a separare i Romani dai Barbari, in particolare le tribù locali dei Pitti e dei Caledoni. Questo però non assunse mai un carattere offensivo ma mantenne comunque un margine di dialogo.
I villaggi e le frequenti porte infatti consentivano, seppur limitato, uno scambio culturale. Il vallo inoltre non presentava vere e proprie postazioni offensive. Mancavano infatti feritoie e piazzole dedite alle catapulte e i parapetti erano troppo spessi per permettere attacchi. In caso infatti di offensive, il muro sarebbe stato un sostegno ai soldati, impegnati in uno scontro frontale sul campo contro i nemici. Il vallo fu quindi il frutto di un volere pacificatore da parte dell’imperatore Adriano, intelligente nell’accettare i territori conquistati a partire dal 55 a.C. (la prima spedizione di Cesare in Britannia) e nel cercare di consolidare il proprio potere in tali regioni. Si abbandonarono quindi campagne militari dispendiose e dai destini incerti per favorire invece il commercio e il relativo scambio culturale.

Il Vallo Antonino
Questi buoni propositi però vennero in parte accantonati dal successore di Adriano, Antonino Pio. Egli infatti volle ricominciare con le campagne di conquista a nord del limes e, dal 142 al 144 d.C. fece erigere, 160 m a nord del avallo Adriano, quello che divenne noto come vallo Antonino. Nonostante però la maestria nel costruire il vallo in solo 2 anni, struttura molto simile a quella ideata da Adriano ma inferiore in dimensioni, l’occupazione di quelle nuove terre durò poco meno di vent’anni.

A partire infatti dal 164 d.C. le legioni romane si ritirarono sul precedente confine in seguito a numerosi attacchi e insurrezioni delle tribù locali, mai sottomesse totalmente ai romani. Il vallo Adriano rimase in uso sino al IV sec quando, dato il crescente clima d’instabilità venutosi a creare in tutto l’impero, la legione posta di stanza al confine venne inviata in Italia per fronteggiare le invasioni barbariche.
Il vallo cadde così in disuso e divenne una sorta miniera di pietra per le popolazioni locali, sorte simile avuta dallo stesso Colosseo a Roma.
-Nicholas